Il mio intento è quello di portare la mia esperienza a coloro che si appassionano al restauro delle nostre amate Four.
In particolare mi riferisco alla verniciatura del corpo motore, operazione assai delicata non soltanto per la preparazione del supporto, ma anche per la scelta della vernice da utilizzare, che, come sappiamo, dev'essere quanto più possibile simile all'originale quanto a colore e "grana" del grigio argento, ma anche resistere alle alte temperature (soprattutto per cilindri e testata), alla benzina e ai solventi, acido della batteria compreso.
La mia esperienza è stata "intensa", con problemi di varia natura, soprattutto per quanto riguarda la scelta della vernice, ma alla fine il risultato mi pare apprezzabile.
Ma vado per gradi.
La preparazione del motore.
Premetto che il lavoro che ho eseguito partiva dal presuposto di rinnovare la moto nella sua intierezza, stante che la moto sipresentava davvero in pessime condizioni.
Ho quindi rimosso il motore dalla culla del telaio e, volendo fare un lavoro quanto più possibile coerente, non solo dal punto di vista estetico, ma anche meccanico, mi sono portato presso una nota motofficina aretina, ove il cuore pulsante della mia 500 Four veniva meticolosamente sezionato, dovendosi provvedere - come in effetti è successo - alla sostituzione delle catene (primario e distribuzione) nonchè della nota "forchettina" della 2a/3a, in larga misura usurata.
Riportavo in quel di Ferrara i semicarter, completamente liberi, cilindri, testata, coperchio delle valvole, coppa dell'olio, coppa filtro olio, collettori di aspirazione e coperchio superiore (quello con l'innesto per lo sfogo dei "vapori").
I semicarter venivano quindi lavati con benzina e micro/pallinati.
I vari pezzi venivano poi rilavati con benzina, trattati con uno sgrassatore (di quelli che si usano in cucina) e lavati accuratamente con acqua calda. L'idropulitrice non è stata usata in quanto inutile la pressione, essendo efficace anche il semplice dilavare dell'acqua corrente della lavanderia di casa.
Una volta rimossi dal lavandino, si è provveduto all'asciugatura con aria compressa, assai utile per rimuovere le sfere infernali dai vari fori filettati e dagli interstizi dei carter.
Stesso trattamento, naturalmente, veniva riservato a tutti gli altri pezzi, compreso il coperchio con i bilanceri delle valvole che, sgrassati a dovere con la benzina e lo IO-SGRASSO (come lo chiama mia figlia), si presentavano fluidi nei movimenti e, quindi, completamente liberi dalle micidiali microsfere di vetro temperato.
Esaurita questa fase, importantissima, ho provveduto a qualche rifinitura dei carter laddove erano presenti sbavature di fusione... naturalmente senza esagerare, visto che quelle piccole impurità fanno parte dell'insieme, mentre con la carta gommata in uso nelle carrozzerie, ho quindi provveduto a mascherare completamente tutte le parti ove la vernice non deve assolutamente fermarsi...
A questo punto però è sorto il problema più significativo: QUALE VERNICE USARE?
Premetto che non è mia intenzione fare alcun tipo di pubblicità ad alcun prodotto tra quelli normalmente repreibili sul mercato, ma per ottenere il risultato finale che si può notare nelle fotografie che seguono, mi sono armato di grande pazienza e ho dovuto testare i vari prodotti.
Ho cominciato con le vernici che vende Andy Cepok, titolare di uno splendido e-store presso il quale rifornirsi per "chicche" davvero introvabili.
Ho ordinato 2 confezioni di Brillantsilber e 2 confezioni di Greysilber.
Le istruzioni dicono di somministrare la vernice senza alcuna base, direttamente sul metallo, ma il risultato appariva immediatamente inaccettabile: i colori non corrispondono affatto a quelli dei motori delle nostre Four, il Brillantsilber è troppo scuro, più nocciola, il Grey silber è troppo grigio... non solo, ma la mancanza di un supporto adeguato, soprattutto sui semicarter, ha comportato un enorme dispendio di vernice, ncessaria a "coprire" il metallo, con il risultato di una pessima verniciatura lucida.
A questo punto sono passato ad un'altra vernice, la Gasup, fornita dalla Univer Sokema S.r.l., vernice vicina al 9006 della tavola dei colori ral ma non uguale, anzi, troppo diversa rispetto a quella delle nostre mitiche sia per il tono di colore che per l'effetto "moderno" dovuto allo spesso strato di vernice necessario a coprire il metallo e, quindi, al solito effetto lucido del tutto estraneo al risultato che volevo ottenere.
Raccolgo da un artigiano di fiducia uno spunto e, navigando nel web, rinvengo il sito di Pierre Piscina, distributore per l'Italia dei prodotti Restom, azienda francese leader del settore (così mi hanno detto). Non esito ad acquistare un kit per la verniciatura del motore delle moto giapponesi (già la descrizione del prodotto era più vicina alle mie esigenze) ad un costo assai modesto, pari a meno della metà delle altre vernici acquistate per le mie precedenti prove.
All'apertura della confezione rinvengo: vernice per i semicarter con relativo attivatore, vernice per cilindri e testata (altissima temperatura) da somministrare senza attivatore, e diluente specifico.
Mi armo di buona voglia e decido di far verniciare i pezzi, comunque escano... il mio carrozziere di fiducia, soprannominato Micio, si impegna a fondo nell'opera, seguendo meticolosamente le istruzioni dettagliate contenute nel kit.
Il risultato, però, non è soddisfacente... intanto la vernice somministrata ai semicarter è abbastanza coprente ma rimane opaca, troppo opaca, e ci costringe ad una seconda mano, più pesante della prima.. l'effetto estetico questa volta c'è!
La vernice somministrata a cilindri e testata, invece, non solo non copre il metallo, ma se non viene somministrata abbondantemente e in un unica "passata" ma a più riprese, si polverizza, com'è successo in prima battuta, costringendomi ad un pur veloce lavaggio dei pezzi con acetone e ad una nuova somministrazione.
Il Signor Piscina, da me contattato telefonicamente, si premurava con squisita cortesia di farmi avere una nuova confezione di vernice altissima temperatura, per un ulteriore nuovo intervento, riuscito davvero egregiamente.
Se l'aspetto estetico era soddifacente, rimaneva da "cuocere" i pezzi per fissare la vernice e renderla resistente ai graffi e alle altre sollecitazioni chimiche...
Mentre i semicarter, la coppa filtro, i collettori di aspirazione e il coperchio delle valvole, verniciati con la vernice semilucida, venivano cotti nel forno della carrozzeria per un'ora a 60 gradi, testata e cilindri finivano dritti dritti nel forno di casa, per un'ora a 250gradi.
Due precisazioni:
la prima: la coppa dell'olio viene solo pallinata, acquisendo un bel colore, sintomo dell'ottima lega usata da mamma Honda, mentre il coperchio superiore, quello con lo sfiato, è stato lucidato (lo so, lo so, mi sia concessa la licenza).
la seconda: al momento della cottura in forno dei cilndri, occorre prestare attenzione al fatto che dopo mezzora, verosimilmente attorno ai 120/180 gradi, la dilatazione della lega libera le canne dei cilindri... occorre cuocere i cilindri in posizione dritta (non a rovescio, per intederci) avendo cura di appoggiare qualche supporto alle estremità, sotto le alette, o al centro, in prossimità della feritoia della catena di distribuzione in modo che le canne non ricevano alcuna sollecitazione, potendonsi sollevare (com'è accaduto a me) e provocare non pochi problemi visto che senza una pressa sarebbero destinate a non ritornare spontaneamente nelle rispettive sedi.
A cottura terminata, il risultato è ottimo e anche a seguito del montaggio del motore,
eseguito dal noto Dott. Four, con la massima cura, nel rispetto più rigoroso della buona tecnica ed amorevole attenzione, non sono visibili graffi o macchie lasciate da utensili, olio e quant'altro può essere venuto a contatto con le superfici trattate. Limitato pare anche l'effetto trascinamento di viti e dadi sui suppporti verniciati...
Tutto è bene ciò che finisce bene, diceva un noto proverbio... già... spero che questa mia esperienza, fatta anche di errori, di tentativi, di esperimenti e spese inutili, possa essere d'aiuto a chi, come me, desidera dar soddisfazione anche agli occhi, senza rinunciare al piacere della guida di questa meravigliosa motocicletta.
Courtesy of Athos
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