La mia prima CB
Inviato: mar set 17, 2019 4:16 pm
Buongiorno a tutti!
Mi chiamo Francesco, sono novarese residente in Svizzera e sono un appassionato di CB four. Anche se sono al mio primo post vi seguo da anni, almeno dal 2005, quando volevo acquistare la mia prima four, ma la scintilla è scoccata molti, ma molti anni prima.
Avevo un cugino che, con suo fratello, faceva il ciclista nel paese dove vivevo. Non era il suo lavoro primario quindi poteva dedicarsi alle cose che faceva con cura, senza fretta; per questo erano in molti a portargli vecchie moto e vecchie biciclette da aggiustare o da restaurare. La prima volta che sono entrato nella sua officina avevo 6 anni. Era il 1983, ad accompagnarmi fu mio nonno per scegliere la mia prima bicicletta. Lo spazio non era molto, ricordo ancora l’odore (o dovrei dire il profumo) del grasso per catene: a sinistra e a destra due banchi di lavoro in legno annerito, con cavità piene di viterie di ogni dimensione; in fondo, delle vecchie credenze zeppe di ricambi nuovi e usati; al centro, una serie di biciclette e di motociclette coperte da un lenzuolo, pronte per essere ritirate dai loro proprietari.
Per un attimo rimasi solo nell’officina e mi avvicinai al lenzuolo, sollevandolo: la prima cosa che mi apparve fu il ¾ posteriore di una moto rossa e lucida, piena di cromature, con le marmitte di sinistra che puntavano verso il mio viso come una doppietta e le scritte HONDA squadrate su serbatoio e retro della sella. Mi sembrava enorme quella moto, a casa non ne era mai entrata una e rimasi affascinato. Quando nonno e cugino tornarono chiesi a chi appartenesse la bella moto e lui fiero mi rispose: “E’ la mia”. Negli anni trovai tante buone scuse per passare spesso dall’officina e ogni volta spostavo il lenzuolo: la CB era sempre al suo posto, in ordine e pulita, senza un filo di polvere.
E veniamo al 2005. Quando decido che è tempo di comprarsi una moto, la memoria mi riporta alla bella rossa che popolò per anni i miei pensieri. Leggo e m’informo, decido che il 500 sia la taglia perfetta per l’uso che intendo farne, e comincio a cercarla. Quando trovo quella giusta, color oro, mi sfugge proprio sotto al naso e ci rimango malissimo. Ne parlo col cugino, allora ormai 70enne, che mi sta restaurando la Umberto Dei del 1949: “E’ proprio destino che debba comprare la tua!”, gli dico scherzando ma non troppo. “Poi tu invecchi, non la usi più...”. Lui mi guarda, sorride e risponde: “Ti ghè da speciàn da temp, fiulòt...”. Però mi promette che, quando verrà il giorno, il primo a saperlo sarò io.
E’ stato di parola. Due settimane fa, non senza emozione da parte di entrambi, abbiamo firmato il passaggio della CB 350 four del 1973. 35000 km, un solo proprietario, targhe e libretto originali, manuali e kit attrezzi d’origine, tutta originale tranne i terminali degli scarichi, rifatti in modo analogo. Non so ancora bene come farò ma ho deciso di tenerla italiana, per non perdere i documenti dell’epoca.
Settimana prossima cambierà di casa, non di famiglia. Vi posterò presto qualche foto!
Mi chiamo Francesco, sono novarese residente in Svizzera e sono un appassionato di CB four. Anche se sono al mio primo post vi seguo da anni, almeno dal 2005, quando volevo acquistare la mia prima four, ma la scintilla è scoccata molti, ma molti anni prima.
Avevo un cugino che, con suo fratello, faceva il ciclista nel paese dove vivevo. Non era il suo lavoro primario quindi poteva dedicarsi alle cose che faceva con cura, senza fretta; per questo erano in molti a portargli vecchie moto e vecchie biciclette da aggiustare o da restaurare. La prima volta che sono entrato nella sua officina avevo 6 anni. Era il 1983, ad accompagnarmi fu mio nonno per scegliere la mia prima bicicletta. Lo spazio non era molto, ricordo ancora l’odore (o dovrei dire il profumo) del grasso per catene: a sinistra e a destra due banchi di lavoro in legno annerito, con cavità piene di viterie di ogni dimensione; in fondo, delle vecchie credenze zeppe di ricambi nuovi e usati; al centro, una serie di biciclette e di motociclette coperte da un lenzuolo, pronte per essere ritirate dai loro proprietari.
Per un attimo rimasi solo nell’officina e mi avvicinai al lenzuolo, sollevandolo: la prima cosa che mi apparve fu il ¾ posteriore di una moto rossa e lucida, piena di cromature, con le marmitte di sinistra che puntavano verso il mio viso come una doppietta e le scritte HONDA squadrate su serbatoio e retro della sella. Mi sembrava enorme quella moto, a casa non ne era mai entrata una e rimasi affascinato. Quando nonno e cugino tornarono chiesi a chi appartenesse la bella moto e lui fiero mi rispose: “E’ la mia”. Negli anni trovai tante buone scuse per passare spesso dall’officina e ogni volta spostavo il lenzuolo: la CB era sempre al suo posto, in ordine e pulita, senza un filo di polvere.
E veniamo al 2005. Quando decido che è tempo di comprarsi una moto, la memoria mi riporta alla bella rossa che popolò per anni i miei pensieri. Leggo e m’informo, decido che il 500 sia la taglia perfetta per l’uso che intendo farne, e comincio a cercarla. Quando trovo quella giusta, color oro, mi sfugge proprio sotto al naso e ci rimango malissimo. Ne parlo col cugino, allora ormai 70enne, che mi sta restaurando la Umberto Dei del 1949: “E’ proprio destino che debba comprare la tua!”, gli dico scherzando ma non troppo. “Poi tu invecchi, non la usi più...”. Lui mi guarda, sorride e risponde: “Ti ghè da speciàn da temp, fiulòt...”. Però mi promette che, quando verrà il giorno, il primo a saperlo sarò io.
E’ stato di parola. Due settimane fa, non senza emozione da parte di entrambi, abbiamo firmato il passaggio della CB 350 four del 1973. 35000 km, un solo proprietario, targhe e libretto originali, manuali e kit attrezzi d’origine, tutta originale tranne i terminali degli scarichi, rifatti in modo analogo. Non so ancora bene come farò ma ho deciso di tenerla italiana, per non perdere i documenti dell’epoca.
Settimana prossima cambierà di casa, non di famiglia. Vi posterò presto qualche foto!