La 500 , credo, ha la linea più intermedia tra l'anima inglese e l'anima giapponese del motociclismo del tempo. E' una specie di compromesso e di trionfo, soprattutto nelle colorazioni del k1, delle moto del ventennio 1955-1975.
Giapponese lo scarico, pure d'ispirazione vagamente (forse, addirittura, ironicamente) britannica, giapponese il propulsore e italiane le proporzioni, perdutamente inglese la grafica, la forma del serbatoio e dei fianchetti. Una goduria meticcia.
Le altre Four sono molto più giapponesi: giapponesi nelle proporzioni, che sembrano uscite da un cartone di robot per la 750 (grossa, cattiva e quadrata, col pronunciato sbalzo posteriore, l'imponente serbatoio, l'ancora più grosso e "toracico" motore, la sua dimessa eleganza) e dal colpo di genio di un ingegnere shintoista la 400 (esile, bassa e sinuosa, la sella all'insù, pulita e squadrata, moderna come poche).
Per non parlare del geniale 4 in 1 del 400, che più giapponese non si può (immaginare una roba del genere, solo un contemplatore lontano dall'Europa poteva, a quei tempi).
La 350, poi, è tutto un altro pianeta. Io da lontano la scambio sempre per una delle altre. Una parola sola: equilibrio. E tecnologia da orologiaio svizzero, se consideriamo che si tratta di una 350 a 4 (dicasi quattro) cilindri!!