Oliver64 ha scritto:.
Genio italiano e organizzazione tedesca possono essere un mix potentissimo...
Un mio amico americano , malato di italianite, aggiunge
Gli italiani hanno messo la genialità, i tedeschi mettono l'acciao , gli americani metteranno il portafogli
tener presente che già ora è una moto ambita e con un'organizzazione di vendita ed assistenza ottima e capillare.
aggiungete ora il "mito" della qualità.......
Comunque da vecchio alfista penso che il vero problema non sia la Ducati che diventa tedesca , ma l'Alfa Romeo che rimane italiana.
Su un blog serio ho letto questa nota che sottoscrivo appieno:
Qualcuno storce il naso. "Ma come, un grande marchio italiano come Ducati diventerà tedesco?". Ah, l'italianità: questa brutta parola che funziona a corrente alternata e che, di solito, va nel senso opposto a quello che suggerirebbe la ragione. Così, invece di guardare con soddisfazione moderata al fatto che un'importante storia industriale italiana è ritenuta appetibile da un colosso europeo come Audi, ci si perde a recriminare sul fatto che non sarà più, tecnicamente, un'azienda italiana.
Già. Quasi che quando, in passato, si è difesa con le unghie e con i denti l'italianità dell'automotive italiano si siano prodotti grandi risultati. Vale allora la pena di ricordare che, anche nel recente passato, gli stessi tedeschi che oggi stanno per comprare Ducati avevano bussato per rilevare un altro marchio storico dell'automotive italiano, e cioè Alfa Romeo. Capitò tra fine 2010 ed iniziò 2011, ma Marchionne e John Elkann dissero che non se ne parlava proprio. "I tedeschi sono arroganti, l'Alfa ce la teniamo noi e presto farà il botto in America grazie a Chrysler".
Per il momento di botti non se ne sono visti, e mentre la capogruppo perde quote di mercato più dei competitors, il marchio Alfa va scomparendo. Morirà presto ma morirà italiano puro sangue, e così siamo tutti più contenti. O no? Speriamo comunque nel buon Walter che, non sarà presidente , ma conta e come conta .....