paolo750 ha scritto:zaizer ha scritto:Oliver64 ha scritto:Arrivata la rivista, l'ho comprata subito.
Ancora in piedi davanti all'edicola ho scorso febbrilmente le pagine per arrivare al servizio sulle Honda.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, ma (mi dico) forse questo è già qualcosa di più, per quelli che non sanno, non conoscono, non frequentano.
Finisco l'articolo e faccio un giro nella rivista, una scorsa agli articoli che seguono e penso "interessante questa rivista, non parla solo ed esclusivamente di moto".
Poi parto dall'inizio.
Moda... moda? Cazzo c'entra la moda? Non è una rivista per motociclisti? Quelli che conosco io, quelli che nel mio immaginario sono motociclisti veri, se ne fottono della moda! Semmai la fanno, inconsapevolmente. Vabbè, lavoro con la stampa da 27 anni e capisco che le riviste vivono di pubblicità... e che senza un po' di prostituzione editoriale, la pubblicità è difficile venderla...
Giro le pagine e arrivo a pagina 60: Riders Personal.... un articolo su prodotti antirughe per uomo. Questo è troppo. Persino le motocicliste donne che conosco, nella maggior parte dei casi se ne fregano di una rughetta. anzi la portano con stile ed orgoglio...
Non è la mia rivista, non me ne voglia l'autore.... sono vecchio, evidentemente... ed orgoglioso di esserlo!
finalmente qualcuno che la pensa come me riguardo quella rivista. non mi sono mai espresso per paura di offendere qualcuno che ci lavora , ma Olly hai avuto + palle nel dire questa cosa. sono comunque molto contento dell articolo che ci è venuto fuori. bravi!!
Dico la mia, per quel che vale.
Ho comprato il primo numero, pensando che una rivista diretta da Ungaro potesse finalmente staccarsi dalle altre, ormai molto 'ingessate' e sempre politicamente corrette, diciamo così...
Leggo l'editoriale... vabbè, Ungaro ha spesso visualizzato concetti tramite iperboli a volte originali.
Anche ai microfoni di Eurosport (forse per le cattive compagnie
) ha sempre definito i motociclisti gente semplice, 'pane e salame' le sue parole testuali più volte espresse.
Ma quando sono arrivato a pag.30 ho capito subito l'andazzo, confermato poi dalla galleria di portachiavi per moto con specificato 'prezzo sui richiesta'... avevo tra le mani il primo numero di una rivista per il motociclista da giornaletto (chi se lo ricorda?).
Ciao
Paolo
Non voglio denigrare il lavoro di nessuno e, visto che lavoro nel settore, so che una rivista è un'impresa commerciale: alla fine dell'anno i conti devono tornare, altrimenti l'editore chiude e non se ne parla più.
E' questo che non capisco: ho sempre avuto una concezione del motociclista "vero", come di un solitario, uno che sa stare in compagnia, ma alla fin fine ha bisogno di stare da solo, uno che sa comunicare anche senza parole, uno che con uno sguardo o un gesto sa trasmettere sensazioni.... Nel nostro gruppo ce ne sono parecchi, uomini e donne, che anche semplicemente a distanza e con il filtro di una tastiera sanno diffondere emozioni.
Non posso immaginare nessuno di questi stressato/a per una ruga, schiavo della tintura per capelli, isterico perchè non ha la tuta in tinta coi guanti.
Possibile che una rivista invece viva grazie a un pubblico che si identifica col motociclista ma che sclera se non ha le mutande di Intimissimi, la manopolina Luz Rizoma da 129 Euro o il mocassino di Cavalli? E che usa Vichy Homme Liftactiv per togliersi le rughe?
Ma chi sono questi motociclisti? Sono forse quelli che non salutano quando ti incrociano? Oppure non li vedi nemmeno per strada, perchè al massimo arrivano davanti alla discoteca trendy?
Oppure, semplicemente, ho una concezione romantica del motociclista che non è vera?
r.
