alexbromo ha scritto:giulo ha scritto: ... come frenata e ciclistica le giapponesi dell'epoca (comprese le Four) potevano vergognarsi al cospetto della V35 e V50...
Qualche tempo fa un mio amico al quale piace la V50 esordì dicendo
"... è una moto eccezionale: quando freni, in qualsiasi condizione, si accoccola lì come un cagnolino !". Al che prontamente un altro ragazzo ribattè:
"Esattamente come quando dài gas ..."
Bella...però, a parte gli scherzi, ricordiamoci che alla comparsa della Honda CB750 la Guzzi 750 la bastonava alla grande sia per quanto riguardava la ciclistica (davvero da riferimento, anche secondo gli standard odierni) che per le prestazioni pure. Il Guzzi V35 era più o meno alla pari con la CB350 per quanto riguarda le prestazioni pure, il V50 non lo conosco, ma non credo fosse molto distante da una CB500. E' vero che negli anni successivi i giapponesi faranno uscire degli autentici mostri di potenza, però noi tutti sappiamo, almeno quelli che non parlano solo per sentito dire, che per quanto riguarda ciclistica e freni i giapponesi inizieranno a colmare il divario con le italiane solo dalla metà degli anni '80 in poi, per poi adeguarsi definitivamente solo dopo gli anni '90.
Insomma, quella del Guzzone lento e "da vecchietti" è un mito (secondo me) che deriva anche dall'aver continuato a produrre degli autentici dinosauri (vedi Nuovo Falcone) fino a tempi recenti, ma non solo: molti vecchi motociclisti continuano a ripetere questa storia, magari memori delle umiliazioni subite in sella al V85 contro le ben più performanti Kawa Z900...ma non dimentichiamoci che da quegli anni le gomme, l'asfalto, lo stile di guida, le condizioni del traffico, si sono ampiamente modificati, ed oggi il parametro per giudicare una motocicletta è il"piacere di guida" piuttosto che le "prestazioni in rettilineo"; sotto questo aspetto (sempre secondo me, non voglio scatenare guerre di religione) per assurdo le Guzzi degli anni '70 e '80 (ma per lo stesso motivo in generale tutte le moto europee contemporanee) erano più moderne delle corrispondenti giapponesi.
Ciao