Potenziamento della scintilla di accensione

(alimentando le bobine direttamente dalla batteria)

La descrizione di questa modifica si trova in numerose discussioni in rete e, avendo pensato di non aver mai letto alcun topic del genere su questo forum (ma forse mi sbaglio?), ho ritenuto opportuno riportarla per agevolare chi non vi si è mai imbattuto o chi ha trovato difficoltosa l’interpretazione, tanto più da un’altra lingua, dei termini tecnici usati. Personalmente, mi limito a tradurla e a descriverla esattamente così come viene riportata, solo cercando, laddove è conveniente, di spiegarla più dettagliatamente, e quindi mi scagiono da qualsivoglia responsabilità relativa alla sua realizzazione.

Così come è concepito, l’impianto elettrico, nello specifico parliamo della parte che interessa l’accensione, con consente alle bobine di venire alimentate da una tensione sufficiente ad innescare una scintilla tanto forte quanto potrebbe essere, soprattutto a causa della perdita di potenza dovuta alla lunghezza dei fili di cablaggio e all’esiguità del loro diametro. Esiste la possibilità, però, di alimentarle direttamente dalla batteria usando un circuito separato facente uso di un relè di tipo automobilistico. In questo modo le bobine prelevano direttamente dalla fonte, e attraverso dei cavi di diametro adeguato, tutta la quantità di energia che serve per generare una scintilla molto, molto più efficace, che offrirà una combustione migliore e che contribuirà a tenere le candele sempre pulite.
I relè di cui parlo si acquistano presso i rivenditori di ricambi elettrici per auto e hanno un numero di codice posto sui piedini di ingresso e di uscita, per cui la modifica è abbastanza semplice. Nella figura 1 compare un esempio del relè in questione e della sua piedinatura.

figura 1

 

Questo è il materiale che bisogna procurarsi:

  • Filo da 2,5 mm. diametro (cioè circa 3,5 mmq., cioè 12 AWG)
  • Filo da 1-1,2 mm. diametro (cioè circa 1 mmq., cioè 18 AWG)
  • Saldatore da 35-40W
  • Stagno per saldare del tipo 60/40 (60% stagno e 40% piombo) con anime disossidanti (colofonia)
  • Guaina termorestringente da circa 5 mm. di diametro
  • Relè standard automobilistico da 30 A
  • Portafusibile in linea tarato per 30 A
  • Fusibili in linea da 10 A
  • Fascette per fili
  • Capicorda a occhiello per 12 A
  • Connetori faston femmina per 12 A
  • Possibili altri connettori del tipo usato sui nostri mezzi

Il relè andrà posizionato vicino alla batteria, sotto il fianchetto relativo o dall’altro lato, dove sono i componenti della centralina. Il corpo presenta dei connettori maschi uscenti su cui si dovranno inserire quelli femmina a cui saranno stati crimpati o saldati (meglio) i fili del caso.

Come procedere:
1. Staccate i terminali della batteria
2. Preparate uno spezzone di filo da 2,5 mm., saldate un capo ad un connettore faston femmina e inseritelo nel terminale maschio n. 85 sul relè. Coprite il terminale con circa 2,5 cm di guaina termorestringente e quindi scaldatela finchè non si aggrappa. Tagliate il filo nella lunghezza idonea a raggiungere una vite che stringe sul telaio e situata nei pressi della batteria e saldatevi un capocorda ad occhiello adatto al diametro della vite, quindi serratelo sotto il dado che stringe la vite. Questa è la massa del relè.
3. Preparate un altro spezzone di filo da 2,5 mm., saldate un capo ad un connettore faston femmina e inseritelo nel terminale maschio n. 30 sul relè. Copritelo con la guaina termorestringente. Cercate sul solenoide di starter la vite su cui arriva il collegamento con la batteria, prendete la misura della lunghezza del filo e sul capo libero saldatevi un capocorda adeguato. Su questo filo dovrà essere cablato il portafusibile, quindi stabilite in che punto tagliarlo (considerando di doverlo tenere il più vicino possibile al solenoide di starter) e saldate ad ogni capo dei due spezzoni creatisi un terminale del portafusibile. Inserite all’interno un fusibile e serrare il capocorda rimasto libero sotto il dado dell’alimentazione sul solenoide. Questa è la connessione al positivo della batteria.
4. Cercate il filo bianco-nero (per i nostri mezzi dovrebbe essere il colore giusto, ma accertatevi) che porta l’alimentazione alla bobina dal kill switch, staccatelo dal connettore, tagliate il terminale e, se il filo ci arriva, saldatevi un faston femmina che collegherete al terminale n. 86 del relè coprendolo con la guaina termorestringente, altrimenti allungatelo saldandovi un pezzo di filo da 1,2 mm. di lunghezza adeguata e coprendo la saldatura con un pezzo di guaina termorestringente (di diametro di circa 3 mm.). Questo è l’attivatore del relè.
5. Saldate un faston femmina a un pezzo di filo da 2,5 mm. e collegatelo al terminale 87 del relè, sempre coprendolo con pezzo di guaina termorestringente. L’altro capo deve essere collegato alle bobine, dove arriva l’alimentazione, e deve essere terminato con un capocorda idoneo. Il filo arriva su una bobina e da li verrà eseguito un ponte con l’altra con lo stesso tipo di filo. Questo è il filo che alimenta le bobine, comandato dalla chiave di accensione.
6. Ricontrollate tutto quanto con attenzione e collegate la batteria. Rivolgetevi al vostro essere superiore abituale e provate a mettere in moto. Se ci riuscite, fatevi un giro e, a quanto dicono, dovreste constatare una sensibile differenza.
 
Nella figura 2 è riportato lo schema dei collegamenti.
 
figura 2
 
Come spiegavo all’inizio, sarebbe opportuno, anziché connetterli con dei faston femmina, saldare i fili che vanno ai terminali del relè. È scontato che le saldature devono essere al di sopra di ogni sospetto.
In alternativa, è possibile anche usare un doppio relè, uno per ogni bobina.
 
C’è da dire che, pur rivelandosi di una semplicità estrema, consistendo l’unica difficoltà nell’individuazione dei cavi, questa modifica è sconsigliata a chi non si è mai curato di smanettare con saldatore, fili e c…i vari. Una saldatura eseguita male darebbe dei risultati ben peggiori di quanto si sta invece cercando di migliorare. Sarebbe meglio, in questo caso, rivolgersi all’amico o conoscente di turno che potrebbe saperne un po’ di più.
 
 
Courtesy of Carlofour